Interventi sul Cineforum del Ghiro


Titolo: Il fiore del male
Commento: Un padre vedovo ha sposato in seconde nozze una madre, pure vedova, il cui marito è deceduto nello stesso incidente in cui ha perso la vita la sua prima moglie (del padre vedovo). I due vedovi, oltre che coniugati, sono anche in qualche modo imparentati, perché il figlio di primo letto del secondo marito della vedova e sua attuale moglie e la figlia di primo letto di quest′ultima risultano cugini, ma potrebbero anche essere fratelli se il primo marito dell′attuale moglie e la prima moglie dell′attuale marito fossero stati amanti.
I due giovani (il figlio di primo letto dell′attuale marito e la figlia di primo letto dell′attuale moglie) si amano, più o meno incestuosamente. Non è un problema, perché nella famiglia l′incesto rappresenta una simpatica tradizione.
Sicuramente incestuosa fu a suo tempo la vecchia prozia, sorella del padre dell′attuale moglie, che amò un fratello (padre o zio dell′attuale moglie, dunque nonno o prozio della figlia di primo letto di quest′ultima) morto partigiano forse a causa del padre (suo e della prozia, quindi bisnonno della figlia di primo letto dell′attuale moglie del vedovo, la quale ne risulta perciò nipote) collaborazionista.
Oltre all′incesto, nella simpatica famiglia si pratica per tradizione anche il parricidio rituale, che viene infatti allegramente perpetrato, alla faccia di Edipo, di Freud e della polizia francese. Nel complesso, un paio di palle: si resta svegli solo per lo sforzo mentale di dipanare le parentele incrociate.

Autore: turco
Data: 21/07/2015


Titolo: doppio intervento uno + uno -
Commento: la casa dei matti per cominciare da quello +, film del regista russo di insalata russa (armadio con porta interna che fa uscire su un lastrico solare terrazzo di parigi) questa volta e′ un manicomio molto ben immaginato coi pazienti che sembran veri e con la loro bonta′ da matti un po′ troppo rassicurante.
arriva la guerra siamo in cecenia, dei ceceni arrivano e si installano, cominciano le cannonate e i poveri matti sono abbandonati, ma se la cavano, i caratteri dei matti vengono fuori, una donnona simpatica fa la capa e tra loro sono solidali, sono abituati alla vita in comune. Questo e′ l′aspetto piu′ bello del film, come sono descritti i matti che nella follia se la cavano e′ forse eccessivo, ma verosimile. La ragazza che e′ fidanzata (nella sua testa) col cantante rock americano riesce a sostenere il ribelle ceceno che potrebbe approfittarsene e il gioco delle parti tiene abbastanza.Il finale e′ essere carino e invece i soldati sono un po′ da commedia, ma non e′ poi cosi′ importante. Almeno e′ antimilitarista anche se un po′ lassista, quei soldati sembrano boy scouts.
Invece Chabrol non ce l′ha fatta nonostante dei bravissimi attori, la sceneggiatura ha una buona idea per un cortometraggio e non tiene il lungo e va infatti per le lunghe. Una parte centrale e′ noiosa, succede poco, la vecchia zia con la nipotina vanno bene e il povero maschio papa e′ proprio grottesco fa tutto meno toccare il culo alle commesse ma nel film II lo fara′.
Comunque il week end e′ andato bene il 50% + e′ un buon livello.
Il povero gallaccio l′ho visto andarsene da solo a vedere non so che in una multisala, non l′ho pedinato, chissa′ cosa ha visto. Pero′ almeno Chabrol la fa fare franca alla vecchia zia con la nipotina che fanno fuori il laido zozzone. I buoni son cattivi o viceversa.

Autore: coccodrillaccio a spasso col professore
Data: 21/07/2015


Titolo: A proposito di un americano medio
Commento: Attraverso l′eterna indecisione tra vivere o lasciarsi vivere, Nicholson si incarica di deridere l′americano medio e si rassegna ad una stupida cena aziendale per il suo pensionamento, ad uno stupido genero, ad una stupidissima festa di matrimonio, all′incontro con una coppia che è il massimo dell′idiozia.
Ma la vera protagonista è la retorica dell′america più lontana dalle coste, quella delle tristissime campagne, da percorrersi in camper.
Tre volte, con la sola mimica, il vecchio Nicholson prova a ribellarsi, ma si arrende sempre a vivere come il più ordinario degli americani medi ed a morire (almeno così lascia pensare il finale) allo stesso modo.
E′ un film di regista, attori e produzione americana, ma, in definitiva, può dirsi un film "francese".
I Ghiri ne potrebbero approfittare...

Autore: Padre Fausto
Data: 21/07/2015


Titolo: scordarsi il pannolone
Commento: La Liliana Cavani se l′e′ cavata bene e il suo amico John Malcovich non l′ha tradita, la piccola Caselli se la cava, " il gioco di Ripley" e′ un film che ho visto con piacere.
Date le cure di ormoni che mi fece fare il body builder della palestra e un po′ per la prostata (troppe spose di Marina me l′hanno resa ipertrofica) un film come quello mi ha fatto partire troppo stimolo.
Un triller che un tempo i francesi avrebbero fatto in bianco e nero. Invece la villa palladiana scelta dalla Liliana non poteve essere ripresa in bianco e nero. Leone di Venexia hai fatto delle belle cose per mano di Palladio e comunque se sai commerciare con un po′ di disegni falsi ti puoi fare la villa sul Brenta con vigne annesse.
Un triller a cui non siamo piu′ abituati e che a hollywood dopo Hitchcok non son piu′ boni a fare. tutt′al piu′ fanno films alla Shining, ma sono ad un altro livello. Anche qui c′e′ un po′ di pulp, ma si tollera perche′ il resto scorre e se no come farebbe ad essere cattivo John Malcovich. ma anche lui aveva avuto il suo trauma infantile sull′arenile forse d′aprile.
rima finita gallaccio torna a dormire.

Autore: il gallaccio
Data: 21/07/2015


Titolo: Una cassetta presa in affitto
Commento: Se nel corso della settimana un piatto rotto vi ha reciso un tendine e vi hanno messo dodici punti e per di più vi è venuta l′influenza e dunque, come questa sfortunata cinefila ed il consorte, sarete costretti a stare in casa il sabato e la domenica, potrete prendere in affitto una cassetta, per esempio " Papà ...è in viaggio d′affari", vera e propria chicca di Emir Kusturica, del 1985.
Fra i soliti strampalati levantini, facce scheletriche, bambini grassocci, vecchi strafottenti, il comunismo - a dispetto delle evocazioni berlusconiane - scivola via anche da Sarajevo negli anni ′50, dissolto nei valzer suonati alla fisarmonica, nei banchetti opulenti ed in furiose scopate.
Forse il film più bello di Kusturica.

Autore: Padre Fausto
Data: 21/07/2015

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