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RICETTE INDELEBILI
Sulla mailing list notarile si è svolto un dibattito
di grande spessore a proposito della liceità o meno dell'uso della
stampante laser per la redazione degli originali. La tesi di Maccarone,
secondo cui il toner secco non assicura l'indelebilità del risultato
di stampa se si sottopone a forte refrigerazione il supporto cartaceo, veniva
contraddetta dai colleghi Nardi e Genghini, i quali, dichiarandosi scettici
come San Tommaso, riferivano che avevano provato a mettere nel freezer un
foglio di carta stampato con la laser. Questo foglio poi se lo erano dimenticato
e solo dopo tanti giorni lo avevano tirato fuori trovandolo, peraltro, perfettamente
leggibile.
Tornava sull'argomento Maccarone dicendosi certo che la temperatura del
freezer dei due notai non avesse raggiunto il valore critico di 30 gradi
sotto zero. Si inseriva nel dibattito il notaio Piccoli, il quale dichiarava
ingenuamente che nel suo studio da tanti anni veniva usata la laser e la
conservatrice dell'Archivio non aveva mai obiettato alcunché in sede
ispettiva.
Stante l'importanza dell'argomento, il Ghiretti ritenne doveroso intervenire
sulla rete. La tesi sostenuta da quest'ultimo autore, stranamente, non suscitò
alcun commento, ma ebbe comunque il pregio di chiudere definitivamente il
dibattito.
Si riporta qui sotto il testo dell'autorevole intervento.
Subject: Ricette indelebili
Ha ragione Maccarone quando afferma che la scrittura
tradizionale, essendo attuata con inchiostri grassi che penetrano a fondo
fra le fibre della carta, garantisce la massima protezione dell'originale
in caso di attentati abrasivi.
Ritengo, pertanto, che il collega Nardi, pur essendo animato da un apprezzabile
spirito positivista, abbia peccato di superficialità nell'esecuzione
dell'esperimento di refrigerazione. Lo stesso valga per il collega Genghini
che si è limitato a riprodurre nel suo laboratorio domestico un esperimento
già fatto da altri, senza aver prima consultato la Banca Dati. L'esperimento
è riuscito, a mio parere, solo apparentemente e forse per ragioni
puramente casuali. Pertanto non se ne possono trarre conclusioni scientificamente
probanti.
Ora, io vi rivelerò la vera ricetta per la conservazione degli originali
fabbricati con la stampante laser.
Prendete un originale vostro (o, anche, l'originale di un collega).
Non commettete l'ingenuità di ficcarlo, senza alcun trattamento,
nel frigo, come hanno fatto il Nardi e il Genghini. Potrebbe svaporare prima
di servirlo in tavola, specialmente se si tratta di un originale non farcito.
Il segreto, come saggiamente suggerisce la banca dati della "Cucina
Italiana", sta nel lardellare l'originale adeguatamente prima di infornarlo
nella laser. Ciò consente una migliore cottura, favorita dalla penetrazione
del grasso nei pori dilatati dal calore.
In alternativa, potete alimentare la laser con una eguale quantità
di toner secco e di strutto. Oppure potete redigere l'originale utilizzando
direttamente la carta imburrata da forno.
Credetemi, se adotterete queste cautele nessuno potrà seriamente
dubitare della inalterabilità dei vostri originali.
Se la Conservatrice mostra di prediligere modalità di redazione degli
atti pubblici ormai obsolete, sostenendo che l'imbalsamazione dell'originale
dà garanzie di indelebilità superiori a quelle offerte dalla
tecnologia laser, potrete obiettare che il sistema di bendaggio tipico di
quelle antiche tecniche finirebbe col rendere difficoltosa la consultazione
degli atti. 
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