Interventi sul Cineforum del Ghiro


Titolo: Regista onirico morsicato da un ghiro
Commento: Il regista francese Patrice Leconte ha presentato una denuncia circostanziata: "Ero andato al multisala Odeon a vedere Femme fatale ma, per una banale sbadataggine, mi sono infilato nella sala dove si proiettava L′uomo del treno. Prima di accorgermi dell′errore ero già caduto in catalessi. Mi sono svegliato nel momento in cui un dispettoso roditore mi ha morsicato il culo".
Braccato dai critici cinematografici, il Ghiro ha chiarito le ragioni del folle gesto: "Quando mi fanno il trucchetto del sogno divento una belva!" L′opinione pubblica si divide sull′increscioso episodio. L′uomo qualunque si interroga: "E′ lecito tramare contro lo spettatore? In quale scodella di valium inzuppano le pellicole francesi prima di esportarle?"
Attaccato dai media, il ministro francese dell′industria e dello spettacolo ha replicato: "I nostri film nascono onirici per disposizione di legge. Come le lavanderie che non sono responsabili dei bottoni. Questa copertura assicurativa ha definitivamente risolto il contenzioso con gli spettatori europei. Fortunatamente, il paté da esportazione non ci ha dato gli stessi problemi." Ma all′Istituto di diritto privato non ci stanno. "E′ una clausola vessatoria - ha dichiarato Maria Stuarda - ed è anche contraria ai principi di correttezza e di buona fede. Per questi ideali abbiamo fatto una battaglia, a partire dai film francesi in bianco e nero degli anni settanta!"

Autore: Ghiro
Data: 18/07/2015


Titolo: Il regno del fuoco
Commento: Malinconico e poetico delirio dell′ultimo esemplare maschio di una specie in via di estinzione.
Il drago anziano e solo, dedito giocoforza all′onanismo e perciò sognatore, immagina che i draghi abbiano ripopolato la terra facendo strage degli umani.
Nei brulli paesaggi di un mondo tornato alla sua primordiale bellezza si possono vivere mille romantiche avventure: incenerire castelli, spaventare orfanelli, papparsi gustosi guerrieri (naturalmente flambé, come consigliano i francesi che se ne intendono). Soprattutto, ci sono milioni di draghi femmina che volteggiano al suono di musiche suadenti, tutte a disposizione del nostro eroe.
Purtroppo è solo un sogno, il drago non è che se stesso riflesso nell′onirico e le draghesse non sono che involontarie abitatrici dell′inconscio. Nella realtà il drago è solo nella sua tana piena di ricordi polverosi e non può far altro che finirsi dalle seghe, aspettando l′estinzione.
Il film, sottilmente poetico, richiama il bellissimo (davvero!) racconto di Ray Bradbury "La sirena da nebbia", che similmente riesce a creare una forte e commossa empatia tra il lettore e un bestione preistorico, di cui consiglio vivamente la lettura.

Autore: turco
Data: 18/07/2015


Titolo: Guardatevi nel cuore, cinici roditori!
Commento: Sono il figlio, ovviamente illegittimo, di Padre Fausto. Vi prego innanzitutto di non diffondere o far oggetto di insensata propaganda questo errore di gioventù del mio buon padre predicatore. E′ appunto per riguardoso affetto verso colui che mi ha donato il cuore gentile e l′anima ombrosa, e per passionale rispetto nella sua missione, che ho deciso di scrivervi.
Ho letto i vostri commenti al film francese "L′uomo del treno" e li trovo ispirati alla ragione più pericolosa, quella cinica e fredda, spesso spietata, quella dei roditori affamati che per quattro noccioline alla Domenica rifiutano i sogni. E già, perchè di sogni i francesi se ne intendono almeno come di ostriche, brulli paesaggi e musiche suadenti.
Nei sogni, sostiene Freud, il sognatore è se stesso riflesso nell′onirico, e le parti più nascoste di sè sono gli altri, abitatori involontari dell′inconscio.
Proviamo a ripensare questo film in quest′ottica: il vecchio professore di francese ha smarrito il senso del tempo e della realtà (e cos′è questo, se non un sogno?), ma ecco arrivare un altro "vecchio professore" a cui però le cose sono andate diversamente, il rapinatore spietato che il nostro eroe avrebbe voluto essere, l′uomo con le spalle larghe e lo sguardo magnetico.
Attorno a questa duplicazione, si sviluppa una società anch′essa doppia e sottilmente perversa, in balia del senso di morte, quel senso di morte che solo Monicelli, nel cinema, ha saputo rendere così amaro e sempre ammiccante, nelle musiche, nelle atmosfere.
Alla fine la morte arriva, con dolcezza e ricercata armonia di sensazioni. Il sogno è finito.
Vorrei sapere cosa ne pensate di questo mia rilettura alla luce della quale vi suggerisco anche di leggere il bellissimo libro da cui è stata tratta la pellicola.
Vi chiedo ancora, infine, di non parlare di me a Padre Fausto, mia madre si è sempre vergognata di aver fatto quelle cosacce con un prete, e non vuole si sappia in giro...

Autore: Joker
Data: 18/07/2015


Titolo: L′uomo del treno
Commento: Film di fantascienza. Nel 2085 la cultura umanistica è alla portata di ogni ceto sociale.
A causa del dilagare delle Belle Lettere, anche la malavita è profondamente cambiata.
I rapinatori apprezzano l′antiquariato, suonano il pianoforte a mezza coda e danno lezioni su Eugènie Grandet.
I banditi si danno appuntamento nei musei per poter commentare magistralmente la pittura postimpressionista.
I teppistelli di provincia, se li provochi, ti sparano sul muso una poesia recitata con sentimento.
Che mondo! un vecchio professore rimpiange il passato con nostalgica irritazione: quella preziosa sensibilità che ai suoi tempi si poteva acquisire solo attraverso anni e anni di ponderose letture oggi è alla portata di qualsiasi buzzurro. Meglio lasciarsi morire sotto i ferri di un improvvido chirurgo sognando, mentre tiri il calzino, che un treno ti porti lontano, nel lontano ovest, dove gli uomini erano uomini, gli sceriffi sceriffi e i dialoghi li scriveva Quentin Tarantino.

Autore: turco
Data: 18/07/2015


Titolo: Treni francesi onirici
Commento: Il Ghiro, con l′intelligente e mordente ironia che è propria di tutti i roditori, mi distrugge uno dei più ricchi film francesi degli ultimi anni e ci vuole convincere che quella storia di professori e rapinatori soli sia una storia vera.
Egli, dunque, ancora una volta vittima della materialità delle immagini, è costretto a pensare che quel vecchio professore, il rapinatore, il complice intettuale, l′autista che parla solo alle 10, l′adolescente che prende lezioni, la sorella che ha sposato lo stronzone, i non molti protagonisti di questa storia straordinaria, siano veri e che l′uono del treno sia veramente sceso dal treno, abbia fatto una rapina e ci sia rimasto secco.
Se è così - dice il Ghiro - è proprio una cazzata, poco credibile. Ma è proprio così? Perchè abbiamo sempre paura di sognare?

Autore: Padre Fausto
Data: 18/07/2015

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