Interventi sul Cineforum del Ghiro


Titolo: Brian Cacciucco
Commento: Cacciucco a casa Ghiri, sabato 1 marzo 2003, con molti ospiti, tutti intenditori.
Ma il successo del piatto livornese non si deve, questa volta, alla famosa ospitalità culinaria del Turco, bensì ad una ricetta americana. Il brodazzo saporito è il frutto della cottura di molti ingredienti, pesce povero specialmente e cicale di stagione.
C′era di tutto in "Vestito per uccidere" (h. 18, sala Turco, € 0): il piccante al punto giusto, dato da una cinquantenne vogliosa con marito esperto in sveltine e da una simpatica puttana-personaggio positivo, del tipo maialetta intelligente, spigliata e che sa il fatto suo; l′onirico del tipo "tanto per buttarla lì e vedere che effetto fa"; il sesso simbolo di morte per sgozzamento.
C′è pure "Martini", classico poliziotto che capisce tutto e che, come tutti i poliziotti, conta sull′intuito delle puttane; c′è uno psicoanalista casereccio, che tagliuzza le donne che lo eccitano (ma è proprio lui l′assassino?) e c′è un coglionazzo di figlio scienziato indeciso fino alla fine se sostituire le sua mamma un po′ maiala con la maialetta giovane.
Ingredianti sufficienti per un buon cacciucco.
Ma Brian non è ancora soddisfatto: mancavano alcuni odori; ed allora ci mette un po′ di pubblicità (dell′epoca) a sostegno del sesso sicuro, rispolverando la "vecchia" e romantica sifilide e rendendo possibile una delle tante ipotesi del poliziotto Martini (non è forse che la nostra cinquantenne quando scopre che il suo occasionale partner ha la sifilide, cerca la morte? non è possibile, allora, che questo film-cacciucco veramente voglia comunicare la ricerca della morte?); e poi, un po′ di Vietnam, che non guasta mai (avranno notato gli spettatori che il figlio-scenziato-finocchio ci tiene a sottolineare che il suo vero padre è morto nel Vietnam?).
Olio, sale e pepe q.b.

Autore: Padre Fausto
Data: 21/07/2015


Titolo: Basta con i monopoli nella critica cinematografica!
Commento: Nel quadro delle iniziative volte a contrastare fenomeni di turbativa della concorrenza, l’Antitrust ha posto sotto osservazione quei critici cinematografici che abusano di una posizione dominante nel mercato degli strumenti esegetici.
Nel mirino degli inquirenti Padre Fausto, accusato di essere ormai l’unico prete in grado di recensire positivamente i film in bianco e nero di scuola francese, grazie ad un poderoso armamentario ermeneutico il cui utilizzo è, di fatto, precluso agli altri critici. “Vorrei fare una recensione favorevole a un film francese – ha dichiarato il Ghiro – anche perché gli americani in questo periodo mi stanno sul culo. Ma quando vedo i film d’autore non capisco un cazzo nulla, perché non ho le metafore. Ce le ha tutte quante Padre Fausto. Non si sa dove le tiene nascoste”.
Si allarga il fronte antimonopolistico. “Padre Fausto deve consegnare le metafore ai critici occidentali – ha tuonato Tullio Kezich – e pure quegli apparecchietti di tipo onirico che servono ad esplorare l’inconscio: tutta roba che quel minchione pieno di piattole ha fatto scomparire dal mercato!”.
“La metafora è come la topa – ha replicato Padre Fausto in una solenne omelia – si coltiva nelle facoltà umanistiche mentre a ingegneria si finiscono dalle seghe”.
Seguendo questa labile traccia, gli ispettori dell’Antitrust hanno scovato l’arsenale segreto: un retino per acchiappare le metafore, un flash-back detector, un rivelatore di fotogrammi onirici (basato sul principio della ionizzazione delle atmosfere rarefatte), una bilancia minimalista, un contatore di disagio esistenziale ed un curioso paio di occhiali da critico cinematografico. “Sono occhiali con lenti decoloranti – ha chiarito la simpatica moglie del prete – convertono in bianco e nero qualsiasi film a colori, servono per allenarsi al cinema d’essai”.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato illustra il contenuto dell’accordo per porre fine alla controversia: tutti i critici potranno liberamente allevare metafore mentre Padre Fausto potrà usare gli occhiali col filtro anche per scegliersi le cravatte.

Autore: Ghiro
Data: 21/07/2015


Titolo: Horderlin e Di Caprio "des jugends"
Commento: Horderlin e di caprio, ma solo per il romantico "wanderlust" geni si nasce e (DiCaprio) noi poveri coglioni abbocchiamo. Spielberg sa il mestiere. e′ americano come dice il turco. Il grande Tom Hanks e′ babbo anche lui. Comunque nella grande offerta che c′e′, secondo me e′ un film da vedere. non e′ al livello di Furtwangler (Fassbinder = riparatore di otri) che piace a Giuliana, ma e′ a lieto fine, grazie al cuore di Tom Hanks, grande psicologo da quando sua mamma gli diceva "scemo lo e′ chi scemo lo fa". Anche lui ha imparato da bambino, e′ come per la musica bisogna essere figli d′arte.
Di Caprio invece e′ il genio puro vero prodotto di pol pot o del melting-pot. L′altro ascendente e′ Arsenio Lupin, ma senza cleptomania, l′altro grande valore e′ sempre anche l′individualismo americano. Ma il vero light motiv o motif (se siamo latini) e′ cuore di Babbo: e allora commoviamoci.
Bravo Spielberg meglio commuoverci per un bel bimbo che per un pet come faceva mia nonna americana e quei 70 milioni di americani col loro piccolo grande pet.
Ma DiCaprio e′ bravo e vorrebbe anche trombare, ma crede di aver rimorchiato e invece ha beccato la battona cover-girl che per 1000 dollari gliela darebbe. Lui pensava che fosse sufficiente un giro sull′Aston Martin di 007 (James Bond per i piu′ giovani).
Ormai nella globalizzazione dobbiamo adeguarci. I giovani pensano gia′ a mettere da parte i soldi per la pensione. A Berlusconi e alla Moratti la mamma glielo diceva dandogli il biberon. Invece io avevo un amico che non ha mai lavorato per evitare il problema. Certo DiCaprio aveva anche un babbo fallito sul viale del tramonto che era il vero esempio anticonformista (e infatti finisce male), lui e′ il vero stimolo a farsi da solo per il nostro bel bimbone. Di Caprio per il babbo stravede perche′ non accetta che un uomo ganzo debba essere fottuto dalle banche e lui giustamente si ingegna e fotte alcuni miliardi a quelle merde delle banche, ma senza fare il colpo grosso. Facendo "bancomat" a modo suo per le piccole spese. Ma forse senza divagare il nostro Spielberg (gioco della montagna) ci fa vedere che si impara il mestiere divertendosi e come morale sociale una volta in piu′ si dimostra che i collaboratori di giustizia sono preziosi e senza di loro non ci sono sbirri che tengano, con eccezione per Borsellino e Falcone che pero′ sono giudici (senza carriera separata).
C′e′ anche la legge del contrappasso nel finale e cosi′ il Dicaprio tradisce il vero babbo carnale romantico e aderisce al modello di TomHanks vero americano tecnocrate di cuore (babbo-mamma america).
Si poteva essere piu′ concisi, ma e′ bello perder tempo senno′ perche′ si va al cinema.
O′professore e′ manduline, e vi aspetto a 1/2 giorno tranne il Lunedi′ da Cafrish su viale Caracciolo.

Autore: o professore e′ manduline
Data: 21/07/2015


Titolo: duro e puro
Commento: Ormai mi sono sputtanata, e perciò farò a meno di un nom de plume. Condivido pienamente i giudizi che sono stati espressi in questa raffinata sede critica sul film di Chabrol, un temino corretto ma lezioso, che promette molto ma si ferma lì.
Invece ho visto un vecchio Fassbinder minore, duro e puro: "La paura mangia l′anima". Bisogna ammettere che, al di là del mio personale gusto per l′archeologia, i veri maghi di questa magia che è il cinema si riconoscono alla prima inquadratura, anche e soprattutto negli esercizi minori e meno enfatici - e che senza Fassbinder non ci sarebbe Almodovar. Oggi mi sento eurocentrica.

Autore: giuliana
Data: 21/07/2015


Titolo: Un film bellissimo
Commento: Ho visto un film bellissimo: GHOST WORLD di Terry Zwigoff, con Thora Birch, Scarlett Johansson e Steve Buscemi.
Purtroppo, a causa della mia natura perfida e distruttiva, sono brava soltanto a commentare i film brutti. Di fronte a quelli belli ammutolisco e piango, piango come e più di un coccodrillo.
Ma credetemi: GHOST WORLD è veramente bello (naturalmente è americano).

Autore: turco
Data: 21/07/2015

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